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  Flap  Bozzetto del progetto

gennaio 2022

FOCUS
Words
Giampaolo Grassi

A spasso con Binfaré nella storia del comfort

Dice Francesco Binfaré che lui ha un privilegio: può sbirciare l’antica storia del comfort dal suo “spioncino personale e contemporaneo”. L'avventura professionale di Binfaré offre un osservatorio ben più arioso di uno ‘spioncino’. Però lui usa proprio quel termine lì. Sobrio ed essenziale. Niente piedistalli e fanfare. Nel suo racconto va subito al nocciolo. “Dai troni dei faraoni ai canapè dei palazzi settecenteschi, per secoli e secoli le sedute sono state figlie di una stessa tecnica: un telaio in legno, che impone la postura, e un’imbottitura, che attenua la rigidità. La prima rivoluzione arriva negli anni ‘60, con il poliuretano espanso: soprattutto nella versione stampata, che ha liberato le forme. E poi c’è l’accelerazione dei collanti, che consentono assemblaggi sapienti e duraturi. A quel punto la tecnica può snobbare i vincoli del telaio, i designer industriali possono spaziare con le loro interpretazioni”. 

Dai troni dei faraoni ai canapè dei palazzi settecenteschi, per secoli e secoli le sedute sono state figlie di una stessa tecnica: un telaio in legno, che impone la postura, e un’imbottitura, che attenua la rigidità

È in quel momento che Binfaré si affaccia al suo spioncino. “E comincio a osservare le persone. Studio i passeggeri sui seggiolini del tram a Milano o i bagnanti nelle spiagge del Salento, mentre prendono il sole in riva al mare, sulla roccia. Vedo come i loro corpi si adattano, come cercano la posizione migliore, quella preferita. Perché un divano è il ritratto di come vogliamo stare seduti. La mia ricerca della comodità, o sulla comodità, parte da lì”. Ed è figlia del presente. Binfaré assorbe ciò che gli sta attorno e lo rielabora, filtrandolo col suo sguardo. C’è un intreccio fra epoca e tecnica, e Binfaré lo scioglie interpretando un’idea di comfort. Per questo i suoi divani sono contemporanei. Il Flap, per esempio, arriva sull’onda lunga della caduta del muro di Berlino.

Vedo come i loro corpi si adattano, come cercano la posizione migliore, quella preferita. Perché un divano è il ritratto di come vogliamo stare seduti

“Sogno una pioggia di petrolio in un deserto rosso. Il nero si fa largo, inghiottendo tutto. Si salva solo uno specchio di sabbia. Quando mi sveglio penso: La libertà è quello che rimane. Ne riproduco la sagoma, ritagliandola su un foglio, poi do delle piccole sforbiciate sui bordi. Ne ricavo la forma di una zattera o di un disco volante. Perché viviamo un tempo di speranza, finalmente siamo oltre. L'incubo di una guerra nucleare si è allontanato. E poi siamo alla vigilia del 2000, che nei nostri sogni di bambini significava lo spazio, il futuro: la libertà appunto”. Qualche anno più tardi, nasce Sfatto. Quella rivoluzione che il nuovo Millennio doveva portare con sé non è avvenuta. “Percepisco la disillusione, e la disillusione si porta dietro la fatica della civiltà occidentale. C'è un senso di decadenza. In fondo, Sfatto ha un'anima borghese, ma non è convenzionale, perché è in disordine. O forse è un disordine”.

Dice Binfaré che “grazie al suo rapporto con il corpo, il divano sarà l’ultimo oggetto che resterà in casa, quando tutto sarà digitalizzato”. Viene da pensare a una domestica battaglia di sopravvivenza. E da confrontare l'idea familiare di divano, con le sue geometrie padre-madre-figli intrecciati nei momenti di riposo, a quella individuale di chi guarda il cellulare. Standard si inserisce lì: “Immagino dei grandi guanciali, che funzionano da braccioli e da schienali, e li applico a un sistema di sedute a schema libero. Un’intelligenza di movimento, resa possibile e naturale dalla ricerca Edra. È un tessuto connettivo e fisico, in lotta con la solitudine dell'universo virtuale”. 

Grazie al suo rapporto con il corpo, il divano sarà l’ultimo oggetto che resterà in casa, quando tutto sarà digitalizzato

Dal suo spioncino, Binfaré ha inquadrato anche una nuova rivoluzione tecnologica, figlia di quella degli anni ‘60: il Gellyfoam® di Edra. “È una materiale che può accogliere qualunque postura, correggendola con l’attenzione di una madre che aggiusta il lenzuolo del figlio che dorme. Gellyfoam® è l’anima di molti miei divani, ma Grande Soffice ne è l’apoteosi. Grande Soffice abbraccia, mette al riparo dal periodo storico che stiamo vivendo. Un'era faticosa e anche pericolosa”.

Dice Binfaré che Edra gli ha dato l’opportunità di leggere il presente: “I miei divani sono un’interpretazione degli attimi che compongono la storia antica e universale del comfort”.


Giampaolo Grassi

Giornalista parlamentare dell’Ansa. Prima di occuparsi di politica, ha seguito la cronaca giudiziaria a Firenze e quella fi nanziaria a Milano.

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